Dal latte alle etichette DOP dei formaggi: il piacere di scegliere con consapevolezza
La sigla DOP sta per “Denominazione di Origine Protetta”. Identifica prodotti le cui fasi di produzione, trasformazione e lavorazione avvengono esclusivamente in una determinata area geografica, secondo procedimenti tradizionali riconosciuti. In pratica, un formaggio DOP è fortemente legato al territorio: solo lì può nascere, con quelle condizioni e quelle competenze.
Diversa è l’IGP, “Indicazione Geografica Protetta”, dove è sufficiente che almeno una delle fasi avvenga nella zona d’origine.
Tra i formaggi italiani DOP più noti troviamo il Parmigiano Reggiano, il Gorgonzola, il Taleggio, il Provolone Valpadana e lo Squacquerone di Romagna DOP.
Scoprire il significato delle etichette DOP e IGP è il primo passo per orientarsi tra le molte proposte casearie italiane e scegliere con consapevolezza.
Il processo di stagionatura: tempi, luoghi e tipologie
La stagionatura del formaggio è un processo delicato che può durare da poche settimane a diversi mesi. In questo periodo, il formaggio riposa in ambienti specifici - come celle o grotte - dove temperatura, umidità e ventilazione vengono attentamente controllati.
Le celle di stagionatura permettono di regolare l’umidità tra il 75 % e l’85 %, mentre la temperatura può oscillare tra i 10 e i 15 °C. Questo ambiente favorisce l’evoluzione degli aromi, la formazione della crosta e la riduzione del lattosio.
Spesso ci si chiede: “Dopo quanti mesi di stagionatura il formaggio perde il lattosio?”. Non esiste una risposta assoluta, ma tendenzialmente già dopo 6 mesi molti formaggi presentano livelli trascurabili, rendendoli adatti anche a chi è intollerante.
Le croste dei formaggi: edibili vs non edibili
La crosta del formaggio è il risultato visibile della stagionatura. A seconda del tipo di lavorazione e delle muffe o dei lavaggi utilizzati, può essere più o meno spessa, più o meno commestibile.
In generale, possiamo distinguere:
- Formaggi con crosta edibile: come la Robiola, con la sua crosta sottilissima, il Brie o molti caprini freschi, dove la crosta stessa fa parte dell’esperienza gustativa.
- Formaggi con crosta non edibile: come quelli trattati con cere, paraffine o conservanti. In questo caso, è importante rimuoverla prima del consumo.
Ti è mai capitato di chiederti “la crosta del formaggio si mangia?” o “cosa succede se mangio una crosta non edibile”? La risposta è: dipende dal trattamento. Leggi sempre attentamente le etichette, è la soluzione migliore per evitare spiacevoli inconvenienti.
Ambiente e temperatura: come si valorizza il gusto
Un locale per la stagionatura del formaggio non è un semplice magazzino refrigerato: è un ambiente che incide in modo profondo sul sapore, la consistenza e la qualità del prodotto finale.
Molti formaggi DOP italiani devono essere affinati in condizioni specifiche, a volte in ambienti con muffe naturali autoctone, che contribuiscono allo sviluppo di croste caratteristiche e aromi inconfondibili.
Il microclima - spesso diverso da valle a valle - gioca un ruolo cruciale, sia per i formaggi stagionati sia per quelli freschi. La scelta di Comellini, ad esempio, è quella di rispettare i tempi e gli equilibri naturali, creando le condizioni ideali per lo sviluppo del profilo aromatico tipico dello Squacquerone di Romagna DOP.
I formaggi a latte pastorizzato: qualità e sicurezza
Un formaggio a latte pastorizzato si ottiene sottoponendo la materia prima a un rapido riscaldamento per eliminare eventuali batteri patogeni. Il risultato è un prodotto più stabile e sicuro, che mantiene gusto e freschezza grazie all’aggiunta di fermenti selezionati.
Ma cosa significa, in pratica, scegliere un formaggio di questo tipo?
Vuol dire partire da una base controllata, che garantisce qualità costante, sicurezza e versatilità nella trasformazione - soprattutto per i formaggi freschi o a breve maturazione, dove la delicatezza è fondamentale.
Tra i più apprezzati c’è lo Squacquerone di Romagna DOP, che produciamo ogni giorno al Caseificio Comellini. Come? Rispettando la tradizione e il disciplinare: solo latte proveniente da allevamenti locali attenti al benessere animale, fermenti autoctoni e filiera tracciata.
Perché scegliere un formaggio DOP significa scegliere trasparenza, territorio, arte casearia e controlli rigorosi: le più autentiche garanzie di qualità.
I formaggi Comellini conquistano i World Cheese Awards e il Premio Roma 2022
Squacquerone di Romagna DOP e Stracchino senza lattosio di nuovo sul podio dei concorsi più prestigiosi del settore.
Tecnologia, artigianalità e filiera corta, anzi cortissima
Per noi di Comellini tecnologia e tradizione dialogano costantemente, così da poter offrire prodotti migliori con i più alti standard di qualità e portare i sapori del territorio con fedeltà e autenticità, anche sulle vostre tavole.
Formaggi freschi, questione di filiera
L’ingrediente migliore per i formaggi Comellini? Una filiera di produzione corta, anzi cortissima!
Il nostro Squacquerone di Romagna DOP
Molle e spalmabile, dal lieve sapore acidulo e dal delicato retrogusto erbaceo, lo Squacquerone è una perla gastronomica tipica della Via Emilia, tra le referenze più conosciute e ricercate della gastronomia casearia.